SCRITTI E INCONTRO SULL’ISLAM
A partire da questa domenica e per 4 domeniche (2, 9, 16 e 23 ottobre)
sul notiziario troverete 4 puntate (scritte da don Paolo) di una breve formazione sull’islam. Poi diventeranno un libretto. Ricordiamo che il 17 ottobre alle 19.30 sarà tra noi a parlarci dell’islam padre Samir Khalil Samir.

BANCARELLA MISSIONARIA: INIZIA LA RACCOLTA DI OGGETTI
Anche quest’anno terremo dall’8 dicembre la bancarella missionaria. Da lunedì 10 ottobre potete portare in segreteria
(e solo in segreteria negli orari, non lasciando le cose nei corridoi) gli oggetti che vorrete donare per la bancarella. Vi chiediamo una maggiore collaborazione nel reperire persone che vogliano per qualche pomeriggio o mattina (da definirsi) dare una mano a sistemare le due sale della bancarella anche perché abbiamo diverse cose “in giacenza”. Anche quest’anno si ribadisce che gli oggetti devono essere in buono stato e puliti con cura. Che non si accettano più libri, videocassette e musicassette. Che non sia accettano piccoli elettrodomestici a o apparecchi fotografici oramai non più acquistabili perché superati. Se portate piatti, bicchieri, tazze e tazzine, dovranno essere in servizi completi e non sfusi. I giocattoli devono essere integri e funzionanti e completi (se si tratta di puzzle o giochi da tavolo). Per il reparto tessile, vi preghiamo di portare solo biancheria per casa ovvero tovaglie lenzuola e asciugamano. Se scriviamo queste cose è perché anni e danno di esperienza non sempre positivi ci portano a scriverle. Grazie a tutti!

RIPRENDONO GLI INCONTRI DI “WELCOME”
Il gruppo WELCOME parrocchiale giovedì 6 ottobre 2016 – dalle 15,00 alle 17,30
in via A. Friggeri 89 sala S. Pietro propone il 1° appuntamento dopo la pausa estiva. Sarà un’altra bella FESTA-INCONTRO con tante persone venute da diversi paesi del mondo, che lavorano nelle nostre case e vivono nel nostro quartiere. Condivideremo anche le proposte per il prossimo anno oltre i corsi di italiano e di computer che hanno ottenuto già una notevole adesione. Grazie a tutti.

APPUNTAMENTI DI PREGHIERA
Venerdì prossimo 7 ottobre alle ore 15
riprende come ogni venerdì alla stessa ora la recita della coroncina della Divina Misericordia in cripta animata da don Bartolomeo. Inoltre si fa presente che quest’anno (a partire da giovedì prossimo 6 ottobre) la consueta adorazione eucaristica di ogni giovedì non sarà dalle 18 alle 19, prima della Messa vespertina, ma subito dopo, ovvero dalle 19.30 alle 20/20.15, animata da don Tomy. Ciò per permettere a più persone di partecipare. Sarà mezz’ora di adorazione silenziosa conclusa poi da un mistero del Rosario o da qualche altra preghiera. Si ricorda che questa preghiera di adorazione si offre per le vocazioni sacerdotali e religiose della parrocchia (anche perché Dio sostenga quelle che già ci sono).


Domenica 9 ottobre, XXVIII Domenica del Tempo Ordinario:
L1: 2 Re 5,14-17 | Salmo 97 | L2: 2 Timoteo 2,8-13 | Vangelo: Luca 17,11-19



CONSIDERAZIONI BREVI SULLA RELIGIONE ISLAMICA (1)

La religione islamica ha circa un miliardo e 200 milioni di aderenti nel mondo. Come il cristianesimo, tale religione si è espansa a macchia d’olio e – almeno in teoria – l’appartenere ad essa non corrisponde a una data condizione etnica. Si è musulmani entrando a fa parte dell’Ummah, che è la comunità dell’islam, un termine simile al termine “chiesa”, ovvero assemblea di credenti. Si può dire che, in linea di massima, nell’essere musulmani già alla nascita ha rilievo la religione del padre (mentre nell’ebraismo lo ha sempre quella della madre). Ma questa non è una regola fissa. Si è attratti nell’orbita dell’islam se si nasce da una famiglia che è già nell’islam. Al tempo stesso, se per almeno 7 secoli dire “musulmano e dire “arabo” era la stessa cosa, ora non è più così. L’etnia araba è ancora la prevalente nell’islam, ma non è l’unica. La seconda in assoluto è quella turca, affermatasi nell’attuale Turchia dopo la caduta di Bisanzio del 1453 in mano ai turchi. La terza è di gran lunga quella sia americana sia europea, nel senso che tanti cittadini americani e cittadini europei sono musulmani o perché nati in questi paesi da famiglia islamica o perché convertiti all’islam. La religione musulmana fa oggi paura. Ma la paura è una pessima consigliera. Invece che avere paura, occorre ragionare e, prima di ragionare, occorre conoscere. Quando si conosce, è possibile dialogare e, quando si dialoga, è possibile essere amici e vivere in pace. È quello che i cristiani e l’occidente in genere sono chiamati a fare. È difficile sintetizzare in 4 puntate sul notiziario ogni conoscenza dell’islam. Bisogna però partire da MAOMETTO, che significa L’INVIATO, nato nel 570 d. C. in Arabia e ivi morto nel 632. Maometto, che per i musulmani è semplicemente “il profeta”, trovò già nel suo paese le religioni ebraica e cristiana e una religione politeista legata al culto delle pietre. Ma ebbe l’intuizione di fondare una nuova religione e lo poté fare grazie al suo carisma, alle capacità economiche che gli piovvero addosso dopo avere sposato una donna molto ricca, Khadigia, e anche grazie alle sue doti di comandante guerriero, doti che trovarono ottima risonanza nell’Arabia del tempo e che gli permisero di formare un esercito di persone a lui fedeli, esercito cui diede per la prima volta il già detto nome di “ummah” o comunità. In questo, sia psicologicamente sia socialmente, Maometto fu molto diverso da Gesù. La storia della vita di Maometto è molto interessante, ma più interessante è la storia successiva alla sua morte. La comunità islamica, subito governata da califfi (da “khalifa”, ovvero il successore) ebbe un’espansione straordinaria, sia per la debolezza degli avversari con cui si scontrò sia per l’aggressività armata dei combattenti musulmani. Dalla parte dell’Africa del Nord e dell’Europa in soli cento anni dalla morte del profeta i musulmani arrivarono in Spagna, rimanendo sconfitti nel 732 a Poitiers ma insediandosi comunque nella penisola spagnola dalla quale furono allontanati in gran parte solo nel 1492 (la Spagna è stata la prima nazione europea ove avvenne ciò che vediamo avvenire oggi, ovvero la presenza di popolazioni e famiglie di religione islamica in Europa, ma la gestione della presenza islamica allora – cinquecento anni fa – fu molto più intelligente di quella che invece abbiamo adesso, nel XXI secolo). In Asia invece i musulmani si espansero fino a circondare l’Asia minore, quella che poi diventerà la Turchia, e nell’anno Mille entrarono in India, scontrandosi con una delle civiltà più caratteristiche della storia, ovvero la civiltà indù. L’ingresso dell’islam nell’Europa moderna è invece di 30 e oltre anni fa ma non fu – come sappiamo – un ingresso armato, preceduto da una guerra, bensì un ingresso motivato dalla cedevolezza dei governanti di allora per potere ottenere in cambio il petrolio, di cui nel frattempo i paesi arabi erano diventati ricchi. In modo molto sommario ho descritto una serie di circostanze storiche che hanno portato a due cose. La prima è data dal fatto che l’islam non è mai stato fermo nel suo contesto arabo di nascita e questo a motivo di una innata determinazione di questa religione: conquistare il più possibile all’islam i credenti del mondo e farli diventare credenti veri (mentre gli altri sono chiamati “infedeli”). La seconda è data dal fatto che l’islam è stato accolto – in epoca moderna – nella civiltà occidentale ma tale accoglienza è andata bene ove è stata fatta con intelligenza e invece malissimo ove è stata attuata senza una vera integrazione e formazione anzi o nell’indifferenza totale verso la diversità tra islam e occidente o, peggio, cercando di attuare una pseudo integrazione che in realtà è rimasta una emarginazione. Non sono l’unico a credere che è proprio da questo motivo, al quale si aggiunge la sottomissione dei paesi occidentali a quelli arabi, in particolare ai sauditi, che deriva la situazione di caos, di violenza, di odio religioso e etnico reciproco, del quale oramai siamo in presenza quasi ovunque. L’islam arabo, in particolare, è attraente sia per la bellezza dei suoi paesi, sia per l’esotismo dei suoi prodotti e della sua cucina, sia perla sua cultura. Mai dobbiamo dimenticare la cultura dei Sufi e dei dervisci (la parte “danzante” e mistica dell’islam, che però è spesso entrata in contrasto con la parte più legata al mondo e al dominio politico delle popolazioni musulmane). Mai dimenticare nemmeno che il punto di contatto più evidente tra islam e occidente – sul piano culturale – fu nel secolo XIII, quando, per merito di due grandi filosofi, Avicenna e Averroè, gli scritti di Aristotele furono tradotti in arabo ed entrarono a far parte del patrimonio culturale di quelle popolazioni, le quali spinsero poi l’occidente ad occuparsene a sua volta, grazie al genio incrociato di Alberto Magno e di Tommaso d’Aquino. Ma, poiché Aristotele è stato forse il primo filosofo a considerare Dio sul piano della pura ragione, i filosofi arabi aristotelici – che cercarono di fare la stessa cosa con la fede in Allah – furono perseguitati dall’autorità religiosa, perché mettevano in dubbio l’autorità stessa del Corano. E questo, da allora, è uno dei più grandi problemi dell’islam: il rapporto tra fede e ragione.

                                               Don Paolo Tammi p.tammi@tiscali.it                                                                   Continua……


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