TERZA SETTIMANA DI GIUGNO

  • Inizia il GREST, oratorio estivo, per il decimo anno consecutivo. Un record, anche perché sempre lo abbiamo fatto da noi, con i nostri animatori cresciuti qui e mai appaltati o affittati presso aziende sportive o cose simili. Come di consueto si rispetteranno gli orari previsti dal regolamento comunale quanto all’uso di megafoni emittenti voci e musica nonché saranno rispettate le norme che prevedono di rimanere entro il limite della potenza di emissione, stabilito in 60 decibel, sempre negli orari consentiti.
  • Fino a martedì 20 giugno (per altri due martedì) le suore Carmelitane continueranno dopo la Messa serale delle 19 a preparare i presenti alla liturgia della Parola della domenica successiva. Fino a giovedì 21 giugno (per altri due giovedì) continueremo l’adorazione eucaristica dopo la Messa serale delle 19.
  • Trovate in chiesa una piccola scheda con un referendum. La domanda è questa: preferite che nei mesi di luglio e agosto la Messa festiva della domenica sera sia alle 19 o alle 20? Mettete una croce su uno dei due orari, senza per favore aggiungere altro. Solo una croce secondo ciò che preferite. È un referendum consultivo. Ovviamente tutti possono esprimere la loro preferenza anonima ma si prega coloro che mai vengono e pensano di mai venire alla Messa serale della domenica di non votare. Votino se pensano di venire qualche volta, anche solo qualche volta (ognuno lo sa). Le schede votate ripiegate si mettono in una apposita cassettina in chiesa. Grazie.

NUOVI RIFERIMENTI BANCARI PER IL FONDO DI SOLIDARIETÀ
Cari amici, il fondo di solidarietà per i poveri, al quale tanti contribuiscono per le persone povere in Italia, ha cambiato Iban. È sempre intestato a Parrocchia san Pio X e ora l’Iban è IT 49 R 01030 03271 000061355346. Il vecchio Iban è ancora in funzione ma non sappiamo per quanto, vi preghiamo di prendere nota del nuovo. La banca è sempre Monte dei Paschi di Siena. Grazie a tutti quelli che contribuiranno prima dell’estate per aiutarci ad aiutare i poveri.


Domenica 10 giugno, XI Domenica del Tempo Ordinario:
L1: Ezechiele 17,22-24 | Salmo 91 | L2: 2 Corinzi 5,6-10 | Vangelo: Marco 4,26-34



Nei primi giorni di incarico del governo attuale, il ministro della famiglia e della disabilità, LORENZO FONTANA, ha detto tre cose che mai, a memoria mia (ho 62 anni) avevo udito dalla bocca di un ministro della Repubblica.
1) Non esistono famiglie gay. Verissimo! Non ha detto che non ci sono i gay, non ha nemmeno detto che non esistono (poiché invece esistono, per la sciagurata legge Cirinnà) forme di riconoscimento delle unioni tra gay. Ha detto che non esistono famiglie gay: ovvero che l’ordinamento giuridico attuale sentenzia che la famiglia è l’unione di un uomo e di una donna.
2) In Italia c’è un grave declino demografico e occorre combatterlo. Verissimo! Questo è sotto gli occhi di tutti e tutti lo sanno. Ha detto che è interesse dello Stato che ci siano più bambini e questo solo uno stupido può negarlo. La nascita di più bambini, cioè, non è un interesse di parte (cattolico o di altri stili religiosi o naturalistici) ma è un impegno assoluto anzitutto dell’organizzazione statale, che così si chiama dentro nel sostenere la famiglia, per assicurare un futuro migliore al Paese.
3) Gli aborti di Stato in Italia sono troppi e la legge sull’IVG (legge 194) è applicata male. Verissimo! I primi due articoli della 194 dicono che le donne vanno informate, alla richiesta di aborto, mediante conoscenza di tutto quanto il Welfare concede loro. Questo potrebbe dissuadere alcune donne dall’aborto il quale, pur riconosciuto legale, è sempre una sconfitta e mai un piacere che renda felici. Eppure tutti sanno che questo nessuno lo fa, che i consultori sono pieni di abortisti e/o di relativisti e che, anche se lo Stato ha riconosciuto l’aborto come un diritto, peraltro si è impegnato anche ad evitarlo quando è possibile e nel rispetto della libertà civile.
Sul ministro si è scatenata una campagna mediatica terribile, persino di alcuni media “cattolici”. I cattolici sono liberi di votare chi vogliono ma la dottrina della Chiesa dice che un politico cattolico è chiamato a impegnarsi nel promuovere valori di legge naturale e ad opporsi alla distruzione dei diritti primari, fra i quali quello del nascituro di venire al mondo, che per la dottrina cattolica viene prima di quello della donna ad abortire. Ciò scritto, riporto la lettera del ministro Fontana al quotidiano IL TEMPO. Mi assumo io la responsabilità di quanto scrivo oggi sul notiziario, essendo a parer mio fin troppo evidente che questo non è uno spot a favore di questo governo o dei partiti che lo compongono ma solo una serie di considerazioni per me molto evidenti, peraltro opinabili, dunque aperte ad ogni dignitoso dissenso.

Don Paolo

 

Egregio direttore,
ringrazio Lei, Il Tempo, la Sua redazione e tutti coloro che mi hanno espresso sostegno nei giorni in cui è in atto un forte tentativo di attacco non solo nei miei confronti, ma contro i valori in cui la maggioranza silenziosa e pacata del Paese si rispecchia. Quanto si è visto ricorda amaramente le previsioni di Gilbert Keith Chesterton: «Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate», una profezia che non sembra più così remota. Ed è quello che è successo. Abbiamo affermato cose che pensavamo fossero normali, quasi scontate: che un Paese per crescere ha bisogno di fare figli, che la mamma si chiama mamma (e non genitore 1), che il papà si chiama papà (e non genitore 2). Abbiamo detto che gli ultimi e gli unici che devono avere parola su educazione, crescita e cura dei bambini sono proprio mamma e papà, principio sacrosanto di libertà. La reazione – di certi ambienti che fanno del relativismo la loro bandiera – è stata violentissima. È partita un’accanita raffica di insulti, offese, anche personali, minacce (che saranno portate all’attenzione degli uffici competenti). I social hanno amplificato la portata di questa azione, da taluni condotta a tavolino. Viviamo in tempi strani. La furia di certa ideologia relativistica travalica i confini della realtà, arrivando anche a mettere in dubbio alcune lampanti evidenze, che trovano pieno riscontro nella nostra Costituzione. «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», recita l’articolo 29, che sarà il principio azione da ministro. Detto questo: la rivolta delle élite non ci spaventa e non ci spaventa affrontare la dittatura del pensiero unico. Andiamo avanti, con grande motivazione, abbiamo tanti progetti da attuare. Lo facciamo con i tantissimi che – come Voi – ci hanno manifestato la loro solidarietà. Siete stati e siete numerosissimi e a tutti va un sentito ringraziamento. La storia ci conforta. «Vi chiameranno papisti, retrogradi, intransigenti, clericali: siatene fieri!», diceva San Pio X. E noi siamo fieri di non aver paura di dirci cristiani, di dirci madri, padri, di essere per la vita. Abbiamo le spalle abbastanza larghe per resistere agli attacchi gratuiti rispondendo con l’evidenza dei fatti, la forza delle idee e la concretezza delle azioni. Onore a un giornale libero che ha il coraggio di esprimere posizioni controcorrente. Mai come in questo momento battersi per la normalità è diventato un atto eroico.
Con stima
Lorenzo Fontana, Ministro della Famiglia


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