CONTINUA IL MESE DI MAGGIO

  • Ogni giorno dal lunedì al venerdì un sacerdote della comunità parrocchiale preside il Rosario alle 18.30, poi si celebra la Messa e poi si espone il Santissimo Sacramento dalle 19.30 alle 20 per un preghiera silenziosa e in parte guidata.
  • Giovedì 9 maggio penultimo incontro del gruppo dei giovani, con la presenza della dott.ssa Miriam Incurvati.
  • Domenica 12 maggio don Paolo terrà l’ultimo incontro di catechesi per gli adulti, genitori e non, sul tema Risorgeremo davvero? Che cosa è la vita del mondo che verrà?. È l’ultimo tema ed è un tema pasquale, Appuntamento alle 12 dopo la Messa delle 11.
  • Sin da ora vi annunciamo che sabato 1 giugno sera i ragazzi della parrocchia organizzeranno la CENA CON DELITTO. È un bellissimo e piacevole modo di ritrovarci in teatro per divertirci e sarà alle ore 20. E sarà per tutti! I ragazzi si autofinanzieranno così per le loro attività. Il costo come presto vedrete sarà di euro 20.00 cena compresa e molto divertimento!

PELLEGRINAGGIO DEL CORPUS DOMINI
Stiamo organizzando il pellegrinaggio del Corpus Domini per sabato 22 giugno a Napoli, alla tomba di don Dolindo Ruotolo. Il programma è pronto. La figura di don Dolindo è una figura santa, che tanti si augurano di veder presto venerata come tale. Sul retro del notiziario per 4 domeniche (a partire da questa) pubblichiamo la vita di don Dolindo e diversi cenni alla sua spiritualità. Dovremo partire presto ma ne vale veramente la pena!


LA VITA DI DON DOLINDO RUOTOLO 1882 – 1970 (prima parte)

“Fui chiamato Dolindo, che significa dolore…” sono sue parole per spiegare il significato di questo strano nome, elaborato ed impostagli dal padre al battesimo. Fu tutto un programma di vita, che inconsapevolmente il genitore predestinò al quinto dei suoi 11 figli. Dolindo nacque a Napoli il 6 ottobre 1882 da Raffaele Ruotolo, ingegnere e matematico e da Silvia Valle discendente della nobiltà napoletana e spagnola; il dolore effettivamente si presentò nella sua vita prestissimo, a 11 mesi subì una operazione chirurgica sul dorso delle mani, per un osso cariato, poi un altro intervento per un tumore sotto la guancia che interessò anche le ghiandole. La numerosa famiglia, le scarse entrate, la quasi avarizia del padre, facevano si che nella sua casa si soffrisse la fame, con mancanza di vestiario e scarpe. La sua vita l’ha raccontata in una poderosa ‘Autobiografia’ oggi stampata in due volumi, con il titolo “Fui chiamato Dolindo, che significa dolore”; egli racconta che in casa vigeva la eccessiva rigidità del padre, che fra l’altro non li mandava a scuola, dando loro personalmente sommarie lezioni di leggere e scrivere. Nel 1896, i coniugi Ruotolo troppo diversi nel carattere, si separarono e Dolindo con il fratello Elio, venne messo nella Scuola Apostolica dei Preti della Missione in via Vergini. Dopo tre anni, a fine 1899, venne ammesso al noviziato e nel maggio 1901 passò allo Studentato dei Preti della Missione che durò quattro anni fino al 1905. Nel 1903 fece domanda di andare in Cina come missionario; il Visitatore dell’Ordine gli rispose: “Dio le dà questo desiderio per prepararla alle sofferenze e all’Apostolato. Sarà martire, ma di cuore, non di sangue. Rimanga qui e non ne parli più”. Il 1° giugno 1901, fece i voti religiosi e il 24 giugno 1905 venne ordinato sacerdote, celebrò la Prima Messa il giorno seguente, assistito dal fratello Elio già sacerdote; fu nominato maestro di canto gregoriano e professore dei chierici della Scuola Apostolica. La vita da sacerdote ‘Vincenziano’, fu intessuta da tanti episodi dolorosi, che mortificarono padre Dolindo, dandogli però quella forza di sopportare tutto senza ribellarsi, prendendo tutto ciò come manifestazione della particolare attenzione di Dio nei suoi confronti e che lo forgiava a ciò che era destinato in seguito. Fu a Taranto insieme ad un altro sacerdote, che purtroppo usò con lui atteggiamenti di scarsa carità e considerazione, riprendendolo spesso davanti agli alunni di quel collegio, che già aveva tanti problemi di disciplina. Tutto ciò portò nel 1907 al suo trasferimento da Taranto a Molfetta come insegnante nel seminario e maestro di canto gregoriano, trascorse in questo luogo sei mesi, risollevandosi nello spirito, ma rammaricandosi di non avere più ogni giorno, quelle mortificazioni divenute necessarie per la sua anima, tutta protesa verso il Cristo sofferente. Ma dal 3 settembre 1907, le forze dell’incomprensione e del dolore si scagliarono contro padre Dolindo Ruotolo; fu chiamato da p. Volpe che era stato trasferito a Catania, a dare un giudizio su una giovane donna di nome Serafina, sembrava che avesse doti di veggente e che aveva avuto già un parere positivo dallo stesso padre Volpe. Giunta la donna a Giovinazzo vicino Molfetta, padre Dolindo ebbe modo di confessarla e controllarla personalmente per otto giorni, sentendola parlare anche in estasi; il parere fu positivo da parte sua, anche se la supposta veggente asseriva di assistere alla ‘manifestazione dello Spirito Santo in forma di bambino’. La sua relazione fu travisata dal Visitatore (Superiore Generale) di Napoli, per cui ciò che era l’affermazione di una ‘visione’ fu distorta e divenne una ‘incarnazione dello Spirito Santo’, per padre Ruotolo fu la fine, ogni chiarimento e delucidazione sulla relazione fu inutile, il Visitatore rimase convinto che lui sostenesse questa eresia.

(Continua domenica 12 maggio)


Domenica 12 maggio, IV Domenica di Pasqua:
L1: Atti 13,14.43-52 | Salmo 99 | L2: Apocalisse 7,9.14-17 | Vangelo: Giovanni 10,27-30


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