RIFLESSIONI SULLA FAMIGLIA
A partire da questa domenica, per 3 domeniche consecutive (15, 22 e 29 gennaio) il notiziario riporterà tre brevi considerazioni di don Paolo sul tema “famiglia”. Tale tema – il terzo scelto nell’assemblea parrocchiale dello scorso settembre – sarà concluso dal dott. Ignazio Ingrao, vaticanista del TG1, alle 21 di lunedì 30 gennaio. Non è stato possibile, come per i precedenti relatori, ottenere da lui l’orario delle 19.30 perché egli è in servizio al TG di quel giorno alle 20. L’incontro del 30 gennaio sarà moderato dal nostro parrocchiano il dott. Giampiero Guadagni. Potete ancora prendere – chi non lo avesse preso – il libretto sul tema “Eucarestia”, uscito la scorsa domenica e, se qualcuno ancora non l’avesse preso, anche il libretto sul tema “Islam”, di cui sono rimaste poche copie. Tale ultimo libretto lo trovate in segreteria parrocchiale.

RINGRAZIAMENTI POST-NATALIZI
Un ringraziamento sincero a tutti quelli che hanno contribuito ad animare le liturgie e le occasioni natalizie in questa parrocchia. A chi ha sistemato così bene la Chiesa e il presepe, a chi ha suonato e cantato, ai bambini che hanno cantato nel coro VIVAVOCE durante il concerto di Natale e a chi li ha preparati, alle persone che hanno animato la bancarella missionaria che quest’anno ha fruttato la somma (per la missione in Zambia) di euro 14930.00. Grazie di cuore anche a tutti i ragazzi che hanno animato la spesa per i poveri che ha fruttato anche quest’anno – nonostante il ponte dell’Immacolata – quintali di generi alimentari per i poveri.


Domenica 22 gennaio, III Domenica del Tempo Ordinario:
L1: Isaia 8,23-9,3 | Salmo 26 | L2: 1 Corinzi 1,10-13.17 | Vangelo: Matteo 4,12-23



CONSIDERAZIONI BREVI SUL TEMA FAMIGLIA (1)

Parlare di famiglia nella società occidentale comporta l’accettare di essere da subito perdenti. La parola “famiglia” appartiene ormai alle meno utilizzate nel vocabolario comune. Anzi, è ricoperta da un sospetto: chi ne parla è cattolico e – se cattolico – è bigotto, bacchettone, fuori dalla realtà. Ove si parla volentieri e senza remore della famiglia? Principalmente nella Chiesa. La Chiesa in occidente (ma ora ci riferiamo all’Italia) è l’unica compagine (e perché non dire l’unica istituzione?) che parla della famiglia come soggetto importante, che coinvolge le famiglie e lo fa soprattutto a partire dai frutti più belli della realtà familiare: i figli. Nella Chiesa (nelle diocesi, nelle parrocchie, nei movimenti, nei discorsi del papa) la famiglia è messa al centro di tante iniziative. Se ne parla e si fa in modo che le famiglie si trovino a loro agio nelle comunità. Non è lo stesso che parlare di “individui”: ogni individuo è nato da qualcun altro e – se ha ricevuto il bene cui ognuno ha diritto – è nato da una famiglia stabile, fondata sull’unione tra l’uomo e la donna. Poiché oggi le situazioni delle famiglie sono difficili e faticose, nella Chiesa (ma non solo, basta pensare a tanti insegnanti in gamba e sensibili, sebbene non credenti o non praticanti) si usa molta prudenza nel fare domande – che un tempo sembravano naturali – sulla famiglia. Personalmente, quando confesso bambini e ragazzi, chiedo sempre con discrezione notizie dei genitori, almeno per sapere se sono separati, divorziati o vivono insieme e se, vivendo insieme, si vogliono bene. Tale discrezione ha portato, nella società civile ed ecclesiale, persino a una forma comprensibile di privacy. In alcuni casi, nel redigere documenti ufficiali (penso alle pratiche per il matrimonio) non si chiede più di chi si sia figlio o figlia. Questo lo si fa per evitare di mettere in imbarazzo chi soffre proprio a motivo di una condizione di famiglia non più regolare, non più affettivamente ordinata. È una forma di discrezione che però fa capire a che punto siamo arrivati. Perciò è bello raccontare della propria famiglia. Lo fanno quelli che – ancora tanti – ne vanno orgogliosi o comunque ne parlano volentieri. Lo vedo anche quando – nelle occasioni dolorose come i funerali – la famiglia si stringe attorno a chi è defunto e lo fa in modo partecipe (ma vedo spesso anche il contrario, ovvero la totale non partecipazione alla liturgia, segno non solo di un’incapacità a seguire la Messa ma anche di un distacco affettivo iniziato molto prima). Solo però in questi ultimi anni (più o meno dalla fine del secolo scorso) si parla di difesa della famiglia. Si celebrano i “Family day” che – grazie al cielo – fanno vedere in piazza (perché i valori vanno resi visibili) che non esistono solo i Gay pride o manifestazioni più violente e dure verso il potere costituito. Dietro i Family day ci sono associazioni attente e sorte nel territorio non certo come espressioni di lobby potenti, capaci di spostare interessi economici e legate alle varie logge massoniche presenti in alcuni stati europei. Cito – per sintesi – due delle associazioni che lavorano di più: la Manifpourtous, nata in Francia (sito web: http://www.lamanifpourtous.it/sitehome/, tutto in italiano) e il Comitato Difendiamo i nostri figli (sito web: http://www.difendiamoinostrifigli.it/), nato in Italia, soprattutto dal genio e dall’inarrestabile operosità di Massimo Gandolfini, medico chirurgo, neurochirurgo e psichiatra, che lavora a Brescia. Vi consiglio vivamente di comprare il bellissimo libro L’Italia del family day”, conversazione di Stefano Lorenzetto con Massimo Gandolfini, editore Marsilio, euro 16.50. In questo libro Massimo si racconta in modo appassionato e – dicendo di sé – smaschera tutte le sciocchezze e – peggio – tutte le bufale che la propaganda antifamiliare, di origine laicista, spende e spande ovunque, con l’aiuto di potentati politici ed economici, che avevano piazzato uomini ad hoc anche nell’’ultimo governo italiano, recentemente caduto. Perché la famiglia è importante? E, soprattutto, la famiglia è qualcosa di immacolato, di perfetto, di sempre adatto a sostenere la libertà e l’equilibrio della persona? È più facile – ma per nulla scontato – rispondere no a questa seconda domanda. Che la famiglia sia importante è ovvio: negarlo sarebbe come negare che sia importante una nutrizione adatta al corpo o l’igiene essenziale del corpo stesso. Che tutto questo però non sia sempre fatto bene e provochi invece problemi è una verità che non si può negare. Chi ha alle spalle una famiglia unita o comunque stabile, presente, che costituisca un aiuto al quale si può sempre ricorrere, sa bene che alcune sofferenze psicologiche si riferiscono proprio a quello che nella famiglia è avvenuto. Non si tratta di individuare colpe, né di seminare sensi di colpa, ma di comprendere che, quando si educa e si viene educati, esistono responsabilità che spesso non sono adempiute bene, per errore, per ignoranza, per tradizione, a volte con una sottile violenza psicologica che porta poi spesso a ricorrere a una terapia di sostegno, nella quale subito si parte da ciò che in qualche modo proviene dalla propria famiglia. La famiglia è importante ma è un soggetto da guarire. Per questo – e almeno all’inizio proprio in ambito cattolico – sono nate le terapie familiari o di coppia. La Chiesa difende la famiglia e al tempo stesso la sostiene cercando di guarirla. Per questo anche persone credenti potrebbero disapprovare la difesa della famiglia quando non si prendessero in considerazione anche tutti i problemi che ne possono derivare. Ma questo non significa, non può significare, che la famiglia non vada difesa specialmente oggi, di fronte agli attacchi terribili che potentati ideologici sferrano contro di essa. Di questi ci occuperemo nella prossima puntata.

Continua ……………….                                                     p.tammi@tiscali.it


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