Il quattordicesimo incontro della Scuola di Preghiera si è svolto giovedì 10 aprile ed ha avuto per tema la preghiera mariana che da secoli sorregge e conforta la fede, la speranza e la carità – nonché la devozione – dei fedeli cattolici di tuttto il mondo: il Santo Rosario. Nella prima parte dell’incontro, suor Maria Luisa Miotto, Vicaria Generale delle Suore Minime di N.S. del Suffragio, ha fornito ai numerosi partecipanti alcuni importanti spunti di riflessione, tratti dall’esempio dei Santi e dalle Esortazioni Apostoliche “Marialis Cultus” di san Paolo VI (1974) e “Rosarium Virginis Mariae” di san Giovanni Paolo II (2002):
1. Il Santo Rosario è una preghiera impegnativa, nella quale si concentra «la profondità di tutto il messaggio evangelico» e dalla quale «il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore».
2. Il Santo Rosario è un’arma potente contro il male e il demonio stesso. Talmente potente che, quando si recita con fervore e devozione, il diavolo si ritira sconfitto.
3. Nella vita dei Santi il Santo Rosario ha avuto sempre un posto privilegiato. Per citarne uno in particolare: San Pio X che nel suo testamento raccomandò il Rosario come «la preghiera che, sempre dopo quella liturgica, fra tutte è la più bella, la più ricca di grazie, quella che più piace alla Santissima Vergine Maria».
4. «Chi recita il Santo Rosario studia la teologia in ginocchio. Il Rosario, infatti, è nato dal desiderio di contemplare Gesù con e attraverso Maria, per imparare a conoscerlo meglio e ad amarlo di più».
5. Il Santo Rosario è una sorta di “vangelo tascabile”, una preghiera completa che, attraverso la contemplazione dei suoi santi misteri, riporta in sintesi tutta la storia della nostra salvezza.
Non è mancato un cenno all’origine di questa devozione. È una preghiera molto antica: gli anacoreti orientali usavano dei sassolini per contare il numero delle preghiere vocali. Poi la preghiera del Rosario divenne la preghiera dei monaci che non conoscevano il latino per sostituire la preghiera dei 150 salmi, del salterio. In seguito vennero apportate ulteriori modifiche, fino a giungere ai nostri giorni, quando Papa Giovanni Paolo II introdusse i misteri della Luce.
Passando poi alla pratica, suor Maria Luisa ha dato anche alcuni utili consigli per la recita del Santo Rosario. Per esempio, nella meditazione dei misteri, per combattere la distrazione, è molto utile farsi aiutare dalle le immagini che li rappresentano. L’incontro è quindi proseguito con la recita comunitaria dei misteri della Luce (essendo giovedì) dinanzi al Santissimo Sacramento esposto e si è infine concluso con la benedizione.
Il 15 maggio si è svolto il 15° incontro della scuola di preghiera, condotto da don Gabriele Vecchione – parrocchiano di S. Pio X e ora vicario parrocchiale a Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia e Coordinatore dell’Ufficio per l’Università della Diocesi di Roma – e dedicato all’esame di coscienza.
Partendo dalla nota parabola della pagliuzza e della trave, don Gabriele ha sottolineato che noi tendiamo naturalmente – a causa del peccato originale – a spostare ciò che non ci piace di noi sugli altri, e che quindi la conoscenza di noi stessi è una cosa difficile. Essa è tuttavia fondamentale per poter fare un esame di coscienza onesto e utile. La coscienza è il luogo più intimo di noi stessi, ove noi incontriamo e stiamo soli con Dio faccia a faccia. Quindi l’esame di coscienza, non è tanto una rassegna dei peccati commessi, ma piuttosto la verifica del nostro rapporto con il Signore.
Un esame di coscienza corretto deve seguire tre passi:
1) gratitudine al Padre per le grazie ricevute nella giornata;
2) richiesta di perdono al Figlio per i peccati commessi;
3) supplica allo Spirito per poter vivere, con l’intercessione di Maria, la giornata successiva da ‘uomo nuovo’.
Infine don Gabriele ha messo in guardia del pericolo di abituarsi ai nostri errori e a trascurare la pratica frequente del sacramento della confessione, che invece dovrebbe essere parte integrante e consueta della vita dei cristiani praticanti, diventando un’abitudine e non un momento riservato soltanto a situazioni particolari (ossai ai peccati gravi) o a “timbrare” l’obbligo della Confessione soltanto nella Settimana Santa (ossia prima di Pasqua). Il rischio infatti è quello di cadere in una coscienza “pigra” e quasi abituata a non considerare più errori (e peccati) le mancanze e gli sbagli che compiamo tutti, pressochè ogni giorno, verso il prossimo e verso Dio. Nella meditazione davanti al Santissimo Sacramento don Gabriele ha invitato ciascuno a fare un esame di coscienza personale guardando Gesù Eucarestia.
Di seguito alcune foto dei due incontri: