Una splendida iniziativa si è tenuta martedì 20 maggio 2025 presso il Tribunale per i Minorenni di Roma. Un gruppo di 40 ragazzi, tra giovani e universitari della Parrocchia San Pio X di Roma, ha realizzato un laboratorio didattico – formativo, affrontando il delicato tema dell’istituto dell’Adozione, attraverso la simulazione di un vero e proprio procedimento di adottabilità ai sensi dell’art. 8 della Legge n. 184/1983: l’ex cappella del Tribunale si è, dunque, trasformata in un’aula collegiale dove i giovani hanno rivestito tutti i ruoli della parti coinvolte nell’udienza volta all’accertamento dello stato di abbandono di un minore. Con grande rispetto per i temi coinvolti, i ragazzi insieme ai propri animatori hanno dato voce ai diritti e ai doveri che attengono alla persona e in particolare alla persona di età minore e che ruotano intorno alla famiglia: quelli che investono valori fondamentali quali la sacralità della vita, la dignità umana, le cure e il bisogno di sentirsi amati, la sofferenza, il discernimento, la crescita, l’educazione e la promozione del minore ed il suo superiore interesse a realizzarsi pienamente nella sua integralità.
Il laboratorio sul tema dell’adozione rientra nell’ambito del Progetto Persona, iniziativa voluta e ideata da don Andrea Celli con l’obiettivo di rimettere la persona al centro tra Vangelo e Costituzione – pur nell’indipendenza ed autonomia di queste due grandi direttive – quale modo per riappropriarsi di una appartenenza in termini valoriali. Progetto che invita i giovani ad impegnarsi nella costruzione di una nuova dimensione integrale dell’uomo, in un’epoca nella quale ogni generazione ha bisogno di esempi vivi, di figure che incarnino i valori fondamentali su cui si costruisce una società giusta e libera.
Questa connessione tra il mondo dei giovani, quello della famiglia e quello della giustizia minorile si è costruita ed è stata possibile grazie alla meravigliosa accoglienza del Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, che ha sposato subito con entusiasmo e senza riserve questa iniziativa di formazione, mettendo a disposizione dei ragazzi gli spazi del Tribunale, unitamente alla passione per questo servizio reso ai più indifesi e alla profonda umanità e professionalità, attraverso la narrazione dell’istituto e del procedimento di adozione; il desiderio di comunicare il senso di giustizia e l’entusiasmo di trasmettere alle nuove generazioni la ricchezza del diritto che incontra l’uomo in tutta la sua crescita, hanno contagiato anche altri magistrati, che hanno formato il “Collegio simulato” dando voce alla sofferenza, alla speranza e alla rinascita. I Giudici hanno affiancato i ragazzi in veste di “magistrati” e li hanno accompagnati a guidare l’udienza, ad interrogare le parti, a confrontarsi, a chiedere, ad adottare provvedimenti, a valutare e a disporre, fino a decidere… Tutti mossi dalla profonda convinzione che il diritto sia, in primo luogo, a servizio dell’uomo, nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale ed insieme della sua dimensione sociale. Tutti hanno voluto mettersi in gioco insieme a questi giovani: giudici, avvocati, servizi sociali, personale della Polizia di Stato, cancellieri…mossi dalla grande aspirazione alla verità, al bene e alla giustizia. Con l’obiettivo di rendere comprensibile e accessibile anche ai più piccoli il compito unico e prezioso del Tribunale per i Minorenni e della giustizia minorile che ogni giorno pone al centro il minore e le sue potenzialità, realizza e garantisce l’attivazione di processi di supporto, protezione e inclusione sociale contro il disagio, la sofferenza e l’abbandono e al contempo, sostiene la famiglia e le competenze genitoriali all’interno di nuclei familiari particolarmente vulnerabili.
Affiancati dai “veri” Servizi sociali, e dai “veri” avvocati in veste di tutore e curatore speciale, i ragazzi hanno interpretato le persone che affrontano nelle aule collegiali il delicato tema dell’accertamento dello stato di abbandono di un minore e la sua adottabilità. Si sono preparati incontrando ciascuno il proprio alter ego, si sono confrontati con le parti, hanno approfondito i ruoli e studiato il tema. Hanno redatto atti, relazioni e decreti; hanno prodotto valutazioni, hanno messo in scena tutte le attività che precedono, ruotano e attraversano una pronuncia definitiva, vincendo timidezze e ansie. A poco a poco si sono lasciati andare, incarnando perfettamente il compito di dare voce a ciò che stavano rappresentando.
Questo laboratorio ha rappresentato un vera e propria miniera preziosa di espressione umana, che ha dato volto ai tanti valori che sono chiamati in gioco. Ha rafforzato la convinzione che i giovani sono la speranza del futuro, capaci di entrare in dialogo con la contemporaneità e di farsi coinvolgere in scelte di responsabilità; ha rafforzato le Istituzioni, capaci di mostrare la propria anima eloquente, dando testimonianza che la la passione per i bisogni umani dei piccoli e degli indifesi è strettamente congiunta con la passione per la verità.