L’incontro ha subito purtroppo una diminuzione nella quantità dei presenti  per l’abbondante nevicata del mattino e il conseguente freddo serale ma erano presenti circa 60 persone. Un incontro interessantissimo, durato quasi due ore, con interventi precisi e chiarissimi dei relatori, che hanno messo in luce le criticità di una legge che, nonostante riguardi temi molto delicati e complessi, è stata approvata frettolosamente dal Parlamento poco prima della fine della legislatura.

Oltre ad evidenti lacune, come quella della mancanza di un registro nazionale delle disposizioni anticipate che ne garantisca, almeno, l’autenticità e le reperibilità, la giurista ha spiegato, che le parti realmente innovative della legge sono quelle che autorizzano comportamenti eutanasici e di abbandono terapeutico dei pazienti, specie attraverso l’espediente rappresentato dalla qualificazione della nutrizione e idratazione artificiali come trattamento medico rifiutabile al pari degli altri, tramite cui anticipare significativamente la morte del paziente.

Le nuove norme determinano anche incertezza e confusione fra tali comportamenti e le cure palliative, come è emerso dall’intervento del Dott. Casale, che ha riferito esperienze ed esempi concreti. Le cure palliative invece, per definizione, «affermano la vita e considerano la morte un evento naturale; non accelerano, né ritardano la morte, per cui sono contrarie a qualsiasi forma di accanimento terapeutico e a qualsiasi forma di eutanasia».

Prima parte:

Seconda parte: