L’aborto dal 1978 ad oggi, un viaggio all’interno del concetto di libertà personale che inevitabilmente incontra quello della persona in potenza che abita nel ventre della donna incinta. Nel tortuoso percorso di luci ed ombre che sottendono questo complesso argomento si è srotolato l’incontro (6° Laboratorio Progetto Persona: “I diritti della madre e del concepito: riflessioni tra biologia e etica”) tenutosi nell’Auditorium della Parrocchia San Pio X il 17 di maggio, guidato dal Professore in Ginecologia ed Ostetricia Antonio Lanzone. Tema ricorrente del laboratorio è stato l’idea di nascituro come persona a tutti gli effetti ed in quanto tale detentore di un diritto alla vita. È difficile potersi esprimere in relazione ad un argomento così complesso e denso di sfaccettature, richiami storici, scientifici e morali. Certamente però quello che trapela dalle immagini delle ecografie prenascita e dalle foto di famiglie con bambini “non perfetti” è che il nostro compito in quanto cristiani rimane quello di tutelare la vita, di fare spazio all’amore così come la pancia della mamma accoglie progressivamente ed accompagna la crescita del suo bambino fino a darlo alla luce. Compito sociale importante è quello di evitare che la donna ed il suo compagno si trovino costretti ad abortire, per evitare una ferita che possa avere ripercussioni fisiche e psichiche per la vita futura. La scienza, la società e pure la Chiesa devono proteggere chi si trova in difficoltà dal sentirsi costretto a decidere per un percorso senza ritorno, scegliendo la vita in tutte le sue forme.

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