La strada avanti a me con tracciato certo e percorsa tutte le mattine, il sole ancora basso, un po’ di stanchezza ma con l’emozione di non poter mancare ad un appuntamento tanto atteso; una cripta posta sotto la chiesa principale di piazza della Balduina.

Per quaranta giorni, alle 7.00 del mattino, oltrepassare quella porta d’ingresso è stato voler vivere pienamente la fedeltà a Dio, dentro il nostro tempo, insieme a tanti fratelli e sorelle che con me condividono un cammino di fede.

Quando la città si svegliava ed accoglieva il nuovo giorno, noi ascoltavamo la Parola che ci ricordava come amare, pregare, lavorare, accogliere, come vivere il silenzio, come essere casti, poveri, umili e pieni di gioia mentre l’Eucarestia è stata il motore vero e salvifico di ogni giorno, l’Alba vera con cui iniziare la giornata.

Mi piace pensare che quello che abbiamo vissuto è stato un ritorno all’amore originario, quello delle prime comunità cristiane: questa messa ha assunto un carattere comunitario, della comunità vera di chi effettivamente vuole vivere la fede in modo originario e autentico.

Iniziare la giornata così ci ha dato una nuova luce, la fedeltà quotidiana all’ascolto e all’incontro con il Signore ha formato e forgiato la nostra amicizia con Lui. Questa amicizia diventa il modo stesso con cui abito la mia vita, custodisco la mia vita, abito i miei pensieri, vivo le mie attese e le mie speranze.

Un grazie a don Andrea e tutti i sacerdoti della Parrocchia che ci hanno introdotto nella liturgia, come al solito, essenziale e bella e hanno spezzato la Parola per noi permettendoci di affacciarci al momento più importante dell’anno, il triduo pasquale.

Di seguito alcune foto ed i video: