Si è svolto a Camaldoli, La Verna e Arezzo il Campo di fine anno del Gruppo Adulti e Giovani Adulti guidato da don Andrea e gli Animatori.

Di seguito alcune suggestioni di uno dei partecipanti, i video e le foto:

La spiritualità del cristiano. Mistero di impegno nella società e nella comunione

Un pellegrinaggio, non un episodio di turismo religioso. Una riflessione profonda, non il passivo ascolto della parola altrui. Un programma di pensiero e di azione, non un mero esame di coscienza individuale e collettivo.

Teatro dei lavori, la culla dei Camaldolesi, il primo giorno; l’eremo in cui il Poverello di Assisi ricevette le stimmate, il secondo; infine, sulla via del ritorno, la nobile città di Arezzo. Luoghi, tutti, generosi di suggestioni e traboccanti di insegnamenti spirituali e civili: il monastero dei Benedettini dal saio candido chiamati a professare la Regola alternando solitudine e comunità, ma anche sede dell’incontro di coraggiosi intellettuali che nell’infuriare del secondo conflitto mondiale vi elaborarono la carta destinata a divenire, qualche anno dopo, il manifesto del pensiero cattolico nell’Assemblea costituente della neonata Repubblica italiana; il sacro monte della Verna con la sua Cappella delle Stimmate, felicemente prescelto per il ritiro di meditazione, di testimonianza e di preghiera, oltre che di illuminante catechesi di don Andrea; da ultimo l’elegante città ghibellina ricca d’arte e di storia, tappa segnata dal toccante incontro, intriso di colta umanità e di religiosità profonda, con il locale arcivescovo emerito Mons. Fontana.

Molto si potrebbe dire, e certamente molto è rimasto nella mente e nei cuori dei privilegiati partecipi di questa esperienza, rinsaldati nel percorso di fede e appagati nell’ambizione di risposta alle tante domande affacciatesi: come vivere il Vangelo e farne proprio l’insegnamento; come trovare il coraggio di testimoniarne in ogni sede la parola; come scoprire il progetto divino e realizzare il personale disegno cristiano. La strada è lunga, tortuosa, irta di difficoltà. Ma certamente fermarsi a pensare, in un contesto di così intimo raccoglimento, significa scavare alla ricerca dell’identità del cristiano, corroborare l’azione della comunità dei credenti per trasformare la società, tenere accesa la fiamma della speranza futura: in una parola, decidere di non fermarsi.